Soffocamento nei bambini: come prevenirlo e cosa fare

Il soffocamento nei bambini è un pericolo che può verificarsi in pochi secondi, soprattutto durante i pasti o quando esplorano il mondo mettendo oggetti in bocca. Conoscere le cause, i cibi e gli oggetti più rischiosi e sapere come intervenire può fare la differenza.

L’ostruzione delle vie aeree si verifica quando un oggetto impedisce il passaggio dell’aria, ostruendo parzialmente o totalmente le vie respiratorie. È fondamentale saper distinguere tra ostruzione parziale e totale per intervenire correttamente e in sicurezza.

Quali bambini sono più a rischio?

Nonostante sia un evento che preoccupa maggiormente i genitori alle prese con i piccolissimi in fase di autosvezzamento (6-7 mesi), la maggiore incidenza si verifica, invece, tra 1 e 3 anni di età.

La ragione è da ricercarsi nelle pratiche sbagliate che spesso si accompagnano al momento del pasto e anche nel fatto che è la fase in cui i bambini esplorano di più: mangiano cibi solidi, camminano e sfuggono più facilmente al controllo, sanno manipolare gli oggetti ma ancora non hanno perso il riflesso di mettere in bocca ogni cosa.

Come prevenire il soffocamento?

Per prevenire il soffocamento durante i pasti, è importante seguire alcune regole fondamentali:

  • Evitare distrazioni: niente tablet, giochi, libri o cartoni mentre il bambino mangia.
  • Mangiare seduti: il bambino deve stare nel suo seggiolone o su una sedia adatta alla sua età.
  • Mai da soli: il bambino deve essere sempre supervisionato da un adulto.

Non si può soffocare con i liquidi, dunque finché il bambino beve solo latte non può ostruirsi mangiando.

Attenzione però: se è già in grado di manipolare gli oggetti può ostruirsi con quelli, quindi attenzione a monetine, giochi con piccole parti, pile, bottoni, ecc.

Cibi e oggetti pericolosi

  • Cibi pericolosi: piccoli, tondeggianti, a rondelle, difficili da macinare, appiccicosi, filamentosi.
  • Oggetti pericolosi: monete, palloncini sgonfi, pile (soprattutto piatte), cappucci delle penne, bottoni.

Chiunque si prenda cura di un bambino dovrebbe seguire un corso di primo soccorso per sapere come intervenire in caso di pericolo, perché i tempi in caso di ostruzione totale sono strettissimi e non consentono l’attesa di un intervento (ambulanza, medico, raggiungimento dell’ospedale): dopo circa 4 minuti senza apporto di ossigeno iniziano i primi danni cerebrali, la morte cerebrale subentra dopo 10 minuti.

Cosa fare in caso di soffocamento?

Come promemoria, ma non a sostituzione di un regolare corso, ecco alcuni consigli su come affrontare una situazione di ostruzione:

Ostruzione parziale (il bambino tossisce e riesce a parlare)

In questo caso, non bisogna intervenire. Il bambino sta ancora facendo passare aria e potrebbe liberarsi da solo. Rischiereste di peggiorare la situazione, trasformando un’ostruzione parziale in una totale.

Osservate il bambino per assicurarvi che riesca a liberarsi da solo del fastidio e che la situazione non peggiori. Attenzione a non confondere il gag reflex con il soffocamento.

Il riflesso faringeo (o gag reflex) è una reazione involontaria di protezione che il corpo mette in atto per impedire il soffocamento in risposta ad uno stimolo che i nervi percepiscono alla base della lingua. Si manifesta con conato di vomito, guance rosse, occhi lucidi, versi tipici del rigurgito.

Il bambino con queste caratteristiche non sta soffocando, sta attivando un meccanismo di risposta protettiva e un intervento esterno potrebbe risultare non solo inutile ma anche pericoloso.

Ostruzione totale (il bambino non parla, non tossisce, il viso diventa cianotico)

In questo caso, le vie aeree sono completamente bloccate e bisogna agire subito con la manovra di disostruzione.

  • Fino a 12 mesi:
    1. Mettersi in posizione del cavaliere (un ginocchio a terra, l’altro piede a terra).
    2. Posizionare il bambino a pancia in giù sull’avambraccio, con la testa più in basso rispetto al corpo.
    3. Dare 5 pacche decise tra le scapole.
    4. Se il corpo estraneo non esce, girare il bambino a pancia in su, posizionare due dita al centro del torace e fare 5 compressioni toraciche.
    5. Ripetere il ciclo fino alla risoluzione.
  • Dai 12 mesi in su:
    1. Eseguire la manovra di Heimlich:
      • Posizionarsi dietro il bambino.
      • Formare un pugno e posizionarlo appena sopra l’ombelico.
      • Con l’altra mano, applicare pressione con un movimento verso l’alto e l’interno.

Cosa non fare mai

    • Mai cercare di prendere il cibo dalla bocca o dalla gola dei bambini con le dita. Solo se il pezzo arriva tra i denti si può provare a tirarlo fuori con una manovra a uncino: inserire il dito nell’angolo della bocca e tirare fuori. In nessun caso mettere il dito al centro.
  • Non praticare manovre su bambini con un’ostruzione solo parziale.
  • Evitare le pacche a sguscio: non hanno alcun vantaggio e aumentano il rischio di lussare le scapole nei più piccoli.
  • Durante la disostruzione, non iperestendere il collo del bambino: la testa va mantenuta dritta, non all’indietro (come invece si fa per gli adulti). Le vie aeree del bambino sono coniche, quindi in iperestensione si chiudono ancora di più, rendendo più difficile l’espulsione dell’oggetto.
  • In ogni caso (ostruzione parziale o totale):
    • Non dare acqua.
    • Non dare le classiche “pacche sulle spalle” in risposta alla tosse.

Ricordiamo ancora una volta che questo promemoria non sostituisce un regolare corso di primo soccorso e di disostruzione, importantissimo per chiunque.

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Giulia Fermani

Sono una giornalista e mamma di due bambini, mia quotidiana fonte di ispirazione professionale e aspirazione ad essere sempre la versione migliore di me. Sono un istruttore di manovre di disostruzione e prevenzione degli incidenti in età pediatrica (anche se attualmente ancora in congedo di maternità) e mi sto formando come puericultrice. Proprio grazie a questo percorso ho iniziato una collaborazione con uno studio pediatrico, con l’obbiettivo di dare vita a un ambulatorio multidisciplinare per la Nurturing Care. Sono qui per condividere le mie esperienze e quello che sto studiando, nella speranza di aiutare i genitori a vivere al meglio l’esperienza della genitorialità, fornendo loro gli spunti e gli strumenti fondamentali per prendersi cura di quanto di più prezioso ci sia al mondo: i bambini.

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