Il ruolo dei genitori secondo Maria Montessori

Il ruolo dei genitori secondo Maria Montessori è fondamentale per guidare i bambini nello sviluppo delle loro capacità cognitive, emotive e sociali fin dai primi anni di vita.

“L’educazione moderna, che osserva il bambino assai prima di arrischiarsi a volerlo educare, deve finalmente penetrare anche nella famiglia e crearvi, oltre che un nuovo bambino, nuovi padri e nuove madri.

Ormai quasi tutte le madri conoscono le cure fisiche da prodigare ai bambini, sanno le regole dell’alimentazione, la temperatura nella quale meglio riposano, e i vantaggi della vita all’aria libera.

Ma il bambino non è semplicemente un essere da nutrire. Egli è fin dalla nascita una creatura che ha un’anima e, se dobbiamo curarci del suo bene, non basta accontentare i bisogni materiali. Bisogna aprirgli la via per lo sviluppo spirituale. Bisogna fin dal primo giorno rispettare i moti del suo animo e saperli assecondare.”

Maria Montessori

Sembrano parole scritte nel nostro tempo, eppure sono di Maria Montessori ai primi del Novecento.

Il valore dello sviluppo psichico del neonato

Nella nostra epoca, sono ancora molti gli esperti di infanzia che divulgano conoscenze in merito all’alimentazione, al sonno, ai prodotti biologici, al vestiario, agli accessori per il neonato.

Il mercato propone molteplici varietà di prodotti e soluzioni, sulla base di queste attente scoperte, che non lasciano impreparati e sprovveduti i genitori.

Ma qualcosa di ancora più importante viene tralasciato: lo sviluppo psichico del neonato.

Poco si divulga oggi sullo sviluppo della mente e dell’anima del bambino, fin dai suoi primi giorni di vita. Un tema così prezioso e importante, che corrisponde al più potente sviluppo dell’infanzia, la plasticità neurale dei primi mille giorni di vita.

Dare voce alle scoperte di Maria Montessori è il mio impegno per colmare questo vuoto.

Osservazione e comprensione: il primo principio Montessori

“Cercherò di enumerare i principi che possono servire alla madre per trovare la via giusta. Il più importante è: rispettare tutte le forme di attività ragionevole del bambino e cercare di intenderle. Per riuscirci, è necessario osservare ogni espressione del bambino, ogni suo intento, sguardo, interesse, azione per non farceli sfuggire. I segni della vera attività infantile non sono facili a scoprirsi: bisogna credere a tutto il bene che sta nascosto nel bambino e prepararsi a riconoscerlo con cura ed amore. I genitori devono prepararsi così, se vogliono arrivare alla giusta comprensione delle manifestazioni naturali.” Maria Montessori

L’osservazione è lo strumento di cui disponiamo per conoscere il bambino che si manifesta.

È lui il maestro. È lui che ci indica la via del suo sviluppo, i suoi interessi, i suoi bisogni, i suoi progressi. Fin dai primi giorni di vita, il neonato comunica con l’adulto attraverso lo sguardo, il sorriso, il pianto e poi con i primi tentativi di movimento.

Non bisogna interrompere o bloccare le sue intenzioni, ma accoglierle e risponderne.

L’importanza della connessione tra genitori e bambini

Se siamo fisicamente vicini al bambino ma ci perdiamo i suoi segnali perché, per esempio, siamo al telefono o al computer, o siamo di fretta, ne risentirà.

Stiamo perdendo l’occasione di creare una relazione con il nostro bambino, di soddisfare i suoi bisogni e conoscerlo.

Il bambino, così piccolo, è nel mezzo del processo di formazione della sua personalità e del suo sviluppo psichico. Ogni gioco, ogni pianto, ogni passeggiata, ogni biberon e ogni forma di dialogo, rappresenta un’occasione per educare e potenziare il suo sviluppo cerebrale.

È nella prima infanzia che si va a costruire la persona che sarà.

Diceva Albert Camus: “La vera generosità verso il futuro consiste nel donare tutto al presente”.

Donarci completamente, esserci con interesse, fede e osservazione partecipante. Quanto più saremo aperti, sensibili, attenti ai loro sguardi, gesti, stati d’animo, tanto più saremo in grado di sostenerli nel loro processo di crescita.

Assecondare l’attività del bambino: il secondo principio Montessori

“Forse molti dubiteranno che vi sia nei più piccini questa vita interiore. Bisogna, certo, imparare a capire il linguaggio dell’anima che si forma, come ogni altro linguaggio, se si vogliono conoscere le necessità dei piccoli esseri e persuadersi della loro importanza per la vita che si sviluppa. Dobbiamo cogliere l’attimo, consapevoli che il periodo più importante della vita non è quello dell’università, ma il primo in assoluto: dalla nascita ai primi anni d’età.”

“Il secondo principio è questo: bisogna assecondare quanto più è possibile il desiderio di attività del bambino; non servirlo, ma educarlo all’indipendenza.”

Maria Montessori

Invece di imboccare il bambino, per evitare che sporchi il tavolino e i suoi indumenti, offriamogli la possibilità di provare a mangiare da solo.

Il bambino che si siede al tavolino, lasciandogli il tempo necessario per mangiare, si esercita spontaneamente ad afferrare il cucchiaino con la manina e portarlo alla bocca.

“Questo è certo un grande compito per una madre e ci vuole molta pazienza e molto amore per assecondare lo spirito del bambino dandogli precedenza.”

Maria Montessori

Si sacrifica la pulizia al suo impulso di attività. Nel corso del suo sviluppo, il bambino perfezionerà i movimenti e imparerà a mangiare senza sporcare. La pulizia, quando è conquistata così, rappresenta un vero progresso.

Questo è un esempio di tante altre occasioni in cui possiamo permettere al bambino l’esercizio di attività legate alla cura di sé, dell’ambiente e del suo sviluppo motorio.

Creare un ambiente a misura di bambino

Alla base, è necessario predisporre un ambiente a misura di bambino, con mobilio basso e leggero che permetta l’azione in autonomia.

“Aiutami a fare da solo” è la richiesta naturale del bambino che cresce, all’adulto.

Con la libertà di scelta e di azione, il bambino è mosso da motivazioni intrinseche che alimentano la sua attenzione e il suo fare. Il risultato è che il bambino è soddisfatto, acquisisce autostima, fiducia in se stesso e nasce in lui un sentimento di gratitudine.

Sensibilità e rispetto delle emozioni del bambino: il terzo principio Montessori

“Il terzo principio è: poiché il bambino è assai sensibile, più di quanto si creda, alle influenze esteriori, dobbiamo essere molto guardinghi nei nostri rapporti con lui.”

Maria Montessori

Un bambino che piange, sta esprimendo e comunicando all’adulto. Reprimerlo, sottovalutando il motivo o sorvolando con le parole “non è nulla”, significa non dare importanza allo stato d’animo del bambino, negare i suoi sentimenti.

Se prendiamo sul serio i sentimenti dei nostri bambini, nei primi anni di vita, loro impareranno che si può stare male per qualcosa, ma che c’è la possibilità di stare meglio, specialmente se si possono condividere le proprie sensazioni con qualcuno disposto ad ascoltare e comprendere.

Mostrarsi disponibili nei confronti dei loro stati d’animo, fin dai primi giorni di vita, è l’occasione per insegnare loro una relazione sana con le loro emozioni, quali esse siano, dalla collera al dolore, dalla gioia alla tristezza, ponendo le basi per una buona salute mentale.

L’importanza della connessione e della consapevolezza

Lo ripeto ancora: ignorare o negare i sentimenti di un bambino è potenzialmente dannoso per la sua relazione con le proprie emozioni.

Molti adulti, a volte, non si rendono conto di farlo, o magari si comportano così perché pensano sia il modo migliore per alleviare il figlio dal malessere. Ma i sentimenti negati non scompaiono. Cadono semplicemente nel dimenticatoio e sono destinati a creare insicurezze in età adulta.

Tutti i sentimenti del bambino hanno bisogno di essere ascoltati. Se il bambino si sente accolto dal genitore, in ogni suo sentimento, ha la possibilità di sentirsi più ottimista a riguardo e, conseguentemente, meno incline alla depressione o all’ansia.

Prima ancora della cultura del consumismo in cui siamo immersi, che invita i genitori ad acquistare ogni forma di piacere per la felicità del proprio bambino, vi è la cura del suo sviluppo psichico, la quale è soddisfacente con la connessione.

La connessione si fonda sui tre principi enunciati da Montessori e crea qualità nella relazione con il bambino.

Solo così il bambino troverà un senso nell’ambiente in cui sta crescendo.

Nessun genitore è esente dal commettere errori, ma essere consapevoli di come e cosa può influenzare lo sviluppo emotivo e cognitivo del bambino può assistere nelle scelte quotidiane legate alla relazione con i propri figli.

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Elisa Tocci

Sono una mamma, docente abilitata al metodo Montessori e una FamilyCoach Montessori®. Studio e vivo la pedagogia Montessori, per la mia professione e vita privata, da anni. Il fare e l’essere di Maria Montessori ha migliorato la qualità del mio lavoro e del mio ruolo genitoriale. Mi sono formata in psicologia gestazionale, genetica ed impronte di nascita, divenendo operatore di nascita. Ho concluso la formazione sulla mindfluness genitoriale ed ora mi sto dedicando alla formazione della crescita personale.

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