“Le attività Montessori, come i travasi, sono strumenti preziosi per aiutare i bambini a sviluppare concentrazione e autonomia. In un ambiente educativo strutturato, ogni bambino può scoprire il piacere di imparare attraverso l’esperienza.”
Quei bambini stanno lavorando silenziosamente e con attenzione, ognuno dedicato ad un’attività differente, ognuno assorto nel suo tempo, come se ci fosse il nulla intorno.
Parlo di bambini al sotto dei tre anni.
Chi non l’ha mai visto con i propri occhi, non può credere che questo possa essere reale!
In un ambiente montessoriano dove opera un solo bambino o un gruppo consistente di bambini, regna il silenzio e la concentrazione!
Le educatrici non intervengono se non richiesto direttamente dal bambino (ovviamente nei limiti del possibile).
Eppure ci sono momenti, a scuola o a casa, dove questa magia avviene!
Era il 2013 quando in una scuolina di Roma Nord mi accingevo a fare delle osservazioni.
Frequentavo il corso all’Opera Nazionale Montessori e tutta quella teoria mi affascinava perché dalle parole che assorbivo nella lettura dei testi di Maria Montessori, scaturivano riflessioni da mettere in pratica con le colleghe. Si sperimentava l’utilizzo dei materiali sensoriali e quelli di vita pratica.
“Questo travaso parte da sinistra?”; “Perché proponiamo le attività nel vassoio?”;
“Non saranno troppo complicati questi termini che proponiamo nelle nomenclature?”
Tante domande, tanta curiosità per scoprire il Metodo e andare a fondo… iniziavo così a percepire il mondo in un modo nuovo.
Respiravo, in quelle ore di osservazione, in quel luogo, definito da alcuni genitori vintage, la concezione che si può davvero essere parte di un sistema che funziona, se al direttivo coesistono armoniosamente rispetto, fiducia, zero giudizio e tanto lavoro da parte dell’adulto.
Maria Montessori diceva: “noi ai bambini dobbiamo dare l’origine delle cose, creare un materiale che rende l’origine accessibile”.
Partire dal materiale che andiamo a proporre significa donare al bambino la possibilità di vivere l’esperienza. Fare esperienza infatti è l’unico modo per poter assimilare e imprimere un concetto.
Una domanda che può aiutare l’adulto che si trova a contatto con un bambino potrebbe essere: Cosa voglio trasmettere?
Da adulti abbiamo una responsabilità nei confronti dell’infanzia ed è quella di proteggerla (Treccani alla voce proteggere suggerisce: riparare da pericoli esterni), affinché ogni bambino possa sentirsi pronto a crescere fiducioso e, con la mente rivolta ad un pensiero di libertà e pace.
L’adulto stesso può essere un dono per il bambino.
Per costruire la pace è necessaria per Montessori un’educazione adeguata alle caratteristiche psichiche del “nuovo bambino”, un’educazione che sia esperienza di pace e non di lotta, rispettosa delle leggi costruttive della vita; un’educazione che dilati i poteri della mente e del cuore “perché si corregge dando spazio, dando mezzi, per l’espansione della personalità”.
(La cura dell’anima in Maria Montessori – Costruire la scienza della pace – parole di Paola Trabalzini)
Quando proporrai un travaso al tuo bambino, ricorda che quel vassoio non conterrà solo due ciotole e un cucchiaio, bensì uno spazio all’interno del quale il tuo bambino si sentirà protetto e sicuro di potersi muovere, sicuro di poter sperimentare una consistenza nuova, attraverso uno strumento che potrà tenere tra le sue mani.
Quelle mani che hanno avuto modo di esercitarsi in passato in altre formule e che oggi garantiscono una sicurezza migliore.
La soddisfazione del risultato finale sarà grande, ma mai quanto l’orgoglio personale di aver avuto la possibilità di vivere quel processo, scandendo con un ritmo singolare ogni istante di ripetizione che lo ha portato a sentirsi così realizzato!
Sarà dunque vero che la magia del viaggio non è raggiungere un traguardo, ma godersi il cammino?
Felice 2025