Cos’è il Kamishibai e come usarlo

Se non hai mai sentito parlare del Kamishibai, sappi che è normale, questo teatrino infatti arriva dall’oriente.

Ma che cos’è il Kamishibai?

È una tecnica narrativa giapponese che unisce la magia del racconto orale con illustrazioni colorate e accattivanti. In pratica, è un piccolo teatrino portatile di legno, chiamato ‘butai’, dentro cui si infilano delle tavole illustrate.
Ogni tavola ha un disegno sul davanti e il testo della storia sul retro, così chi racconta può leggere mentre il pubblico ammira le immagini.

Un po’ di storia

In oriente venivano montati sulle biciclette e portati nei parchi o nelle piazze, dove si attirava la gente ad ascoltare storie, che però non erano mai complete. In questo modo si dava appuntamento alla volta successiva e ci si assicurava sempre il pubblico.
Oggigiorno non è più molto utilizzato, ma questa tecnica è stata portata in Italia dall’associazione Kamishibai Italia.

Come si usa?

Usarlo è semplice e divertente. Si inizia scegliendo una storia, solitamente breve e strutturata in modo chiaro, con illustrazioni ben definite. Si inseriscono le tavole nel ‘butai’ e si apre lo sportellino frontale, come se si stesse alzando il sipario. Chi racconta legge il testo, cambiando tavola dopo tavola, per svelare il proseguimento della trama.
Il Kamishibai è perfetto per catturare l’attenzione di bambini e adulti: il ritmo narrativo, le immagini vivaci e l’atmosfera intima lo rendono ideale per scuole, biblioteche o serate in famiglia. Puoi anche creare le tue storie, trasformandoti in narratore e artista!
Insomma, posso dire che è un’esperienza coinvolgente che trasforma ogni racconto in un piccolo spettacolo che lascia le persone incantate.

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Silvia Davanzo

Sono una mamma e una impiegata contabile che ama da sempre la creatività e l’arte in tutte le sue forme. Laureata in lingue decido di studiare meglio il mondo linguistico dei bambini e da quello spunto inizio anche a studiare nel ramo psicopedagogico. Lo studio, l’arte e la voglia di sperimentare si uniscono per trasformare le nozioni in strumenti per i bambini. Sono convinta che se si può apprendere giocando, perché non farlo? Una ragazza parlando di me mi ha definita ‘artigiana dell’infanzia‘, che sento calzarmi bene.

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