Closlieu: libertà di espressione e creatività per tutte le età

Il Closlieu è un luogo dove libertà di espressione e non giudizio permettono a ogni persona di connettersi alla propria creatività.

Qualche anno fa ho conosciuto il Closlieu: la sua bellezza e i suoi valori si sono perfettamente integrati al mio pensiero pedagogico-educativo. Libertà d’espressione, non giudizio e tempo dilatato sono principi fondamentali di cui ogni persona, dai bambini agli adulti, dovrebbe fare esperienza.

Questi valori trovano la loro massima espressione proprio all’interno del Closlieu. Come mai avviene ciò all’interno del Closlieu?

Cos’è il Closlieu?

Il Closlieu è una pratica educativa in cui s’incontrano più persone (da un minimo di 5 a un massimo di 15) di diverse età (da 3 a 99 anni).

Si tratta di una stanza le cui pareti sono ricoperte di carta da pacco che, con il tempo, si arricchisce di tracce di colore grazie all’uso del pennello che lascia colare dal foglio il colore in eccesso.

Al centro della stanza è presente una tavolozza composta da 18 colori e 3 pennelli per ciascun colore. Ogni bambino, ragazzo o adulto che entra all’interno del Closlieu è accompagnato dal Praticien, il quale appende il foglio alla parete di carta da pacco e si occupa di aspetti tecnici.

Egli non insegna, non interpreta, non giudica. Semplicemente favorisce il libero fluire dell’espressione.

La libertà d’espressione nel Closlieu

“Sei andato a prendere un foglio nella cartella, perché hai visto altri bambini farlo e perché, contrariamente alle tue aspettative, io non ti ho detto nulla, né ti ho dato alcun ordine (…). Quindi, come per gli altri, hai portato il foglio fino alla parete e hai avuto un attimo di esitazione: forse bisognava, passando davanti alla scatola fissata ad un’estremità della tavolozza, prelevare alcune puntine? Prima che tu avessi il tempo di riflettere sulla questione, sono arrivato io e ho conficcato due puntine negli angoli superiori del foglio. Poi ti ho detto di andare a prenderne altre due e di collocarle agli angoli inferiori del foglio” (A. Stern, Felice come un bambino che dipinge, Armando editore, 2020).

Così nasce la libertà di espressione in cui ogni individuo di fronte al proprio foglio segue una traccia: personale, spontanea, evolutiva.

La traccia è frutto della memoria cellulare (memoria pre-natale) e affinché essa compaia è necessario creare un ambiente in cui tutti siano compagni di gioco e non ci sia giudizio. Infatti, non si può commentare il lavoro degli altri, ma è possibile parlare con gli altri componenti del gruppo.

“Ogni sessione è animata da ogni tipo di conversazione: qualcuno ha visto un film straordinario, qualcun altro sta per fare un viaggio, un altro ancora ha avuto dei guai con il maestro o la maestra e ne parla mentre dipinge. (…) Naturalmente, la conversazione non è lo scopo del loro incontro, ma nulla vi si oppone e ciò non costituisce una distrazione da evitare ma, al contrario, contribuisce a creare un’atmosfera familiare” (ibidem).

Questo è il Closlieu: un luogo in cui si entra senza nessun progetto, ma in cui si fa riferimento alla parte creativa e al processo che ha caratterizzato il tempo al suo interno.

Le origini del Closlieu

Il Closlieu nasce da Arno Stern, educatore franco-tedesco di origine ebraica, che nei suoi primi anni di lavoro in un orfanotrofio inizia a mettere a disposizione dei bambini pittura e pennelli.

“Il loro entusiasmo fu incontenibile (…) Il gioco del dipingere si amplificò fino a diventare l’attività preferita da tutti i bambini (…). Alcuni anni più tardi aprii un atelier in cui arrivarono molti bambini, grandi e piccoli, ed anche altri, che bambini non erano. Si aggiunsero anche altre persone che avevano voglia di giocare liberamente, dimentichi delle proprie preoccupazioni e di tutto quanto era stato loro insegnato sul modo di dipingere. Diventando allora capaci di spontaneità, prendevano questo gioco sul serio e provavano piacere a condividerlo con i piccoli. Così nacque il Closlieu” (ibidem).

Il Closlieu in Italia

In Italia esistono diversi Closlieu. In particolare, io ho conosciuto “Il Cerchio” Atelier d’espressione di Barbara Arduini, situato in provincia di Verona.

Si tratta di uno spazio dedicato allo sviluppo del potenziale creativo di bambini e adulti: un laboratorio dove trova la sua collocazione ideale il Closlieu di Arno Stern.

Un invito a scoprire il Closlieu

Invito chiunque abbia la possibilità ad entrare in un Closlieu e sperimentare valori di crescita, condivisione e ricchezza personale.

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Monica Garatti

Sono una pedagogista ed educatrice Montessori specializzata per la fascia 0-6 anni presso l’Opera Nazionale Montessori e la Fondazione Montessori Italia. Mi sono avvicinata all’approccio Montessori durante la stesura della mia tesi di laurea magistrale e da quel momento l’interesse e il desiderio di approfondire l’educazione montessoriana mi ha sempre accompagnato: con il tempo mi sono avvicinata a realtà educative per la prima infanzia, mi sono arricchita grazie a nuovi bagagli formativi e ho sempre lasciato viva la curiosità e i nuovi punti di domanda.

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