È possibile studiare divertendosi?

È possibile studiare divertendosi? Scopriamolo insieme…

Per molti studiare e divertirsi è praticamente un ossimoro, diciamocelo. Durante il percorso medie e superiori lo studio è l’ultima cosa di cui vogliono sentire parlare i ragazzi e la maggior preoccupazione dei genitori.

Negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti sullo studio delle neuroscienze e di come il nostro cervello funziona per imparare e apprendere quotidianamente.

Studiare divertendosi: è possibile

Le ricerche dimostrano che si apprende più facilmente con l’esperienza attiva, ma anche con il movimento e con il gioco, quindi attraverso una predisposizione sciolta e rilassata.

Non è un caso che le lezioni di cui ci ricordiamo meglio abbiano quel retrogusto dolce e nostalgico perché evidentemente ci sono rimaste nel cuore. È proprio grazie ai diversi tipi di intelligenza che possiamo orientarci per insegnare o per aiutare i ragazzi nei compiti a casa.

Premetto che credo che ognuno debba trovare il proprio equilibrio e che non ci sia una strategia giusta, ma solo osservazione di quale metodo utilizza il ragazzo che prendiamo in esame.

Un esempio di studio divertente

Nel mio caso mia figlia è sempre in movimento, sempre! Quindi per aiutarla opto per una soluzione che sfrutti il movimento per creare indovinelli o giochi dell’oca per lo studio.

Per esempio, nel caso del Cantico delle creature di S. Francesco, per impararlo abbiamo scritto insieme tutta la lauda su dei fogli e li abbiamo ritagliati in versi. Il gioco consisteva, dopo alcune letture attente della lauda, nel ricomporre il puzzle di versi e ripeterli quando venivano messi nell’ordine corretto.

Il secondo step, dopo aver ricomposto il puzzle, consisteva nel creare un cerchio a terra con ogni verso distanziato di un passo. Dopo aver riletto un pezzo di lauda iniziava il percorso motorio, ad ogni passo si recitava leggendo prima e a memoria dopo, il verso oltrepassato.

Nello step in cui si doveva ripetere ad ogni passo i versi a memoria, ad ogni sbaglio si retrocedeva di un passo, ripetendo il verso precedente insieme a quello successivo. In qualche giorno abbiamo imparato tutta la lauda a memoria, con poco sforzo e nel rispetto del ritmo di mia figlia che ha sempre bisogno di movimento.

Nel caso (recente) di geografia dello studio dell’Europa, abbiamo creato delle domande su dei foglietti, dopo aver sottolineato sul libro le informazioni importanti su colline, pianure, fiumi ecc…

Tutti i foglietti sono stati sparsi a terra a faccia in giù. Pescandoli si cercava di rispondere in modo corretto a più domande possibili, eventualmente con l’uso del mappamondo a fianco.

So che forse non è facile applicare queste idee a tutte le materie, ma ci si può sempre inventare nuovi giochi e piano piano capire quello che va meglio per ciascuno di noi.

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Silvia Davanzo

Sono una mamma e una impiegata contabile che ama da sempre la creatività e l’arte in tutte le sue forme. Laureata in lingue decido di studiare meglio il mondo linguistico dei bambini e da quello spunto inizio anche a studiare nel ramo psicopedagogico. Lo studio, l’arte e la voglia di sperimentare si uniscono per trasformare le nozioni in strumenti per i bambini. Sono convinta che se si può apprendere giocando, perché non farlo? Una ragazza parlando di me mi ha definita ‘artigiana dell’infanzia‘, che sento calzarmi bene.

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